di Rosa Linda Gulino (Pedagogista)
Crescendo i bambini attraversano una nuova fase, quella in cui vogliono affermarsi sugli altri.
I morsi, che in un primo momento rappresentavano un modo per conoscere il mondo attorno a loro, diventano uno strumento per ottenere il gioco del fratellino o dell'amichetto.
È bene precisare che per un bambino di due anni un po' di sana prepotenza è un fatto assolutamente fisiologico e non è indice di aggressività.
Significa semplicemente che impara ad usare il morso con uno specifico scopo, quello di primeggiare sugli altri.
Questo comportamento rientra nel naturale processo di crescita dei bambini e nasconde un bisogno che a questa età inizia a nascere: il bisogno di comunicare.
Il bambino ha scoperto un potente mezzo di autoaffermazione e difficilmente vi rinuncerà, a meno che non abbia un altro modo per ottenere la stessa cosa.
In questo senso, il nostro consiglio è di lavorare con i bambini, insegnando loro ad esprimere a parole le proprie intenzioni, senza dover ricorrere ai morsi.
“Dì a Giacomo che la macchinina è tua e la rivuoi” , “Dì ad Alice che adesso non vuoi giocare con lei e vuoi continuare a fare le costruzioni!”
Quando un bambino capisce che le parole sono “magiche”, che contengono un “potere”, ovvero gli permettono di affermarsi, di solito mostra di voler provare l’efficacia di questo nuovo strumento e se guidato e aiutato da noi adulti, impara presto che, quando se ne presenta l’occasione, può usare la comunicazione verbale al posto del gesto aggressivo!
Di solito, proprio per l’aumento delle competenze comunicative, intorno ai tre anni, la tendenza a mordere scompare naturalmente.