di Alessandra D'Alessio (Psicologo clinico)
Le storie di Tiziana e Carolina non possono non aprire una riflessione e analisi di ciò che sta accadendo e si impone alle nostre coscienze.
Le riflessioni da fare sono essenzialmente due: da un lato la questione del femminile e dell’enigma del godimento femminile che, come ci dice Jacques Lacan, è un godimento Altro, diverso da quello maschile, non è un godimento fallico e per questo indecifrabile e singolare. Il godimento femminile non è culturalmente considerato alla stessa stregua di quello maschile, una tendenza arcaia, che come tale va assolutamente affrontata. Dall’altro la questione della sessualità e dell’orrore che questa può suscitare in giovani ragazzi che non hanno avuto una educazione “emotiva alla sessualità”. Su questo punto va considerato il grosso paradosso, e se vogliamo “inganno”, dell’avvento di internet che avrebbe dovuto favorire la comunicazione, favorire gli scambi di informazione e culturali ma che ha trovato una società impreparata e per questo vulnerabile. Se permettiamo ad un bambino di 6 anni di navigare su internet liberamente, lo esponiamo alla probabilità di imbattersi in scene a lui “simbolicamente sconosciute”. Ciò che noi dello Studio Atena vi consigliamo è di preparare i bambini a questa eventualità, in modo da fornirgli gli strumenti utili per decodificare certe immagini, che altrimenti potrebbero traumatizzarli e angosciarli. E si sa all’angoscia ogni soggetto risponde come può.
In tale accezione non è da escludere che, ad esempio, nel caso di Carolina, dietro questi episodi non ci sia una volontà inconscia da parte di chi ha filmato e diffuso i video di esorcizzare l’orrore del sesso “non umanizzato”, del sesso privo di qualsiasi coordinata simbolica, quello visualizzabile su internet, quello che si esprime in una scena “Altra” da sé e che non esprime un minimo di legame amoroso.
Questi ragazzi sono tutti vittime e bisogna intervenire ora.
Quello che noi dello Studio Atena possiamo fare per queste nuove generazioni è lavorare al fianco della scuola, ma anche e soprattutto al fianco delle famiglie, dei genitori che molto, troppo spesso, sottovalutano la gravità di non affrontare le questioni della sessualità dei propri figli e, oramai, della pornografia a portata di clic.
In primis i genitori devono affrontare le proprie paure, i propri tabù e dotarsi di coraggio e determinazione nell’accompagnare i figli in questa traversata faticosissima che è l’adolescenza.
Devono affrontare le proprie difficoltà a farlo e dialogare costantemente con i propri figli, nella maniera corretta, senza paure ed inibizioni e non tralasciando mai un aspetto essenziale: quando parliamo con loro non omettiamo mai le parole “amore” e “desiderio”!